Le spoliazioni francesi

L’illuminismo, corrente filosofica nata nel ‘700 che contrastava il pensiero cattolico ebbe quale sua erede la rivoluzione francese. Essa mirava a contrastare chiunque si opponesse ai rivoluzionari e a sopprimere la Chiesa. Eliminó ogni relazione con la storia passata tra cui innumerevoli opere d’ arte in Francia specie da Notre Dame. Successivamente quando i francesi invasero l’Italia e altre nazioni europee, essi fecero razzie di opere d’arte in palazzi aristocratici, chiese, conventi e abbazie demolendo anche edifici. Ad esempio a Torino la Galleria Sabauda fu depauperata ma anche a Milano le pinacoteche cittadine. A Milano in particolare furono demolite innumerevoli chiese come quella di San Francesco Grande che conteneva il dipinto de “Le Vergine delle rocce” di Leonardo da Vinci che si trova ora a Londra alla Natìonal Gallery. In particolare tale chiesa era seconda per grandezza solo al duomo gotico ed è stata orribilmente spogliata e demolita. Anche a Venezia furono demolite chiese per realizzare i giardini reali mentre altre città emiliane (Parma, Piacenza e Modena) furono devastate dai saccheggi francesi dove opere d’arte di valore inemistimabile finirono in Francia e non vennero più restituite. Anche dallo Stato Pontificio e dal regno di Napoli furono prelevate opere. Molte furono smembrate e non fecero più ritorno altre finirono in case d’aste o in collezioni private. Comunque fu chiesta la restituzione delle opere d’arte trafugate dai francesi con il congresso di Vienna : la Prussia mandó l’esercito e ottenne la maggior parte di quanto trafugato mentre gli Stati preunitari italiani e l’Austria si mossero lentamente per non danneggiare l’immagine della Francia. La regione meno danneggiata dai furti napoleonici, la Liguria ottenne quasi tutto tranne opere minori mentre a farne spese furono soprattutto il regno Lombardo-Veneto e il Piemonte al nord. Specialmente la Lombardia e il Veneto subirono anche i furti austriaci. Nello Stato della Chiesa, venne incaricato Canova che facendo leva solo sulla sua memoria non poté dunque richiedere l’ingente patrimonio saccheggiato dallo Stato pontificio. A Napoli molte opere tornarono, altre rimasero in Francia. Nonostante le restituzioni, la maggior parte di quanto trafugato rimase in Francia e fu disperso nel mondo.

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